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Drying out and covering body with natron ancient egypt
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drying out and covering body with natron ancient egypt

Resine e oli profumati venivano applicati, sia direttamente sulla pelle, sia al corpo, sia tra le bende. Proprio per questo motivo, probabilmente, gli antichi egizi hanno fatto ampio uso di sostanze aromatiche nelle loro pratiche religiose e funerarie, soprattutto nei processi di mummificazione in cui venivano usate in grande quantità dopo che il corpo era stato disidratato con sali come il natron. In generale, l'incenso e il profumo evocano, infatti, i piacevoli odori della vita e della natura come la fragranza di fiori, frutta, piante aromatiche, resine e spezie contrapponendosi così alla dimensione effimera della morte e alla corruzione e decomposizione che sono invece legati ad odori sgradevoli. In senso lato, rimanda al respiro vitale originario e con il suo buon odore, talvolta inebriante, porta fuori dal tempo, nell'eternità. Il profumo continua a persistere nell'aria anche dopo che l'incenso si è consumato. Nell'Antico Egitto si credeva, ad esempio, che il profumo emanasse direttamente dagli dei e sublimasse il corpo del defunto rendendolo più simile a un dio. L'esatta modalità di impiego di tali sostanze e la loro natura è variata nel tempo e nelle diverse aree geografiche.

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Incenso, infatti, deriva dalla parola latina incēnsum, che è il participio passato neutro di incendere, con significato "bruciare/dare fuoco" mentre profumo deriva anche esso dal latino per fumus che significa letteralmente "attraverso/tramite il fumo".

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Nella cultura occidentale le parole incenso e profumo sembrano rispettivamente legate, dal punto di vista etimologico, al concetto di bruciare e alla conseguente essenza che rimane nell'aria. Incenso e profumo nelle pratiche funerarie dell'Antico Egitto. Si tratta di resine difficilmente distinguibili tra di loro e spesso riferite col nome di resina mastice oppure mastice di Chio, dal nome dell'isola greca su cui se ne produceva (e se ne produce) una qualità particolarmente pregiata ricavata dal lentisco.Įssenze di vita eterna.

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4 Un'altra grande classe di oleoresine impiegata e quella derivata dagli arbusti del genere Pistacia che sono ampiamente diffusi nel bacino del Mediterraneo e comprendono specie come il lentisco, il terebinto e il pistacchio. 5 Il progressivo affermarsi dell'uso di questo tipo di sostanze indica un'evoluzione della tecnica di imbalsamazione ed è probabilmente legato alle eccellenti proprietà antisettiche delle resine di conifere che vengono anche impiegate dalle piante stesse con funzione protettiva da parassiti, funghi e batteri. 395 d.C.) hanno rilevato un uso davvero abbondante di oleoresine di conifere indicando che i tessuti organici e le bende delle mummie ne contenevano fino al 37%. Le analisi di mummie di epoca Romana (30 a.C.















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